Murphy, era al culmine di una brillante carriera accademica da antropologo culturale, quando un tumore spinale lo rese claudicante prima, poi paraplegico e quindi tetraplegico, determinando una frattura fra un “prima” nell’abilità e un “dopo” nella disabilità. Nel libro, Murphy avvia una ricerca sul divenire disabileattraverso un’osservazione antropologica di se stesso in un progressivo degrado del proprio corpo che definisce l’inacessibilità al mondo, alle cose, agli spazi sociali e agli sguardi degli altri
L’antropologia della disabilità proposta da Murphy rende centrale l’esperienza e l’azione della cultura nella costruzione della disabilità tanto da sentirsi straniero verso una cultura che cristallizza e acquieta i pensieri:
“[…] Liberarsi dai vincoli oppressivi della cultura è l’atto necessario per riconquistare un senso, rispetto a chi siamo e dove siamo.È in questo modo che il paralitico e tutti noi troveremo libertà nello spazio della mente e negli slanci dell’immaginazione ”. E, questo, assieme alle tante riflessioni, è ciò che ci lascia The Body Silent.