Il titolo “Altre correnti di pensiero”, può sembrare divisivo che sollecita dicotomie e differenze fra pensieri e, allo stesso modo, può essere interpretato come svalutazione o come sminuire correnti che si affacciano e introducono nuovi punti di vista.
Diversamente, “altre correnti” tende invece a superare l’egemonia di correnti e di pensieri ed evita la centralità per poter muoversi. La decostruzione della concezione e del linguaggio attuale della disabilità non può limitarsi ad un singolo pensiero, ma richiede ricerca e azioni di punti di vista che si confrontano in una prospettiva interdisciplinare. Ne è esempio la prospettiva dei Disability Studies che in questi ultimi dieci anni si sono confrontati da diversi filoni teorici (Critical Disability Studies, Dis/Crit -Disability Critical Race Theory, Crip Theory, Queer Theory) per citarne alcuni.
Certo, oltre alla struttura economico-sociale, si aprono temi relativi al corpo, alla sessualità, il rapporto corpo-deficit, il peso della cultura e del discorso nella produzione della disabilità, la condivisione di condizioni oppressive per disabilità, razza e genere, il ruolo del deficit nell’esperienza delle persone con disabilità, la problematizzazione dell’identità disabile, il tema della cronicità.
L’insieme della ricerca, studi ed esperienze concrete ci restituiscono così un quadro molto ricco e con traiettorie e contenuti differenti. Ed è nelle diversità che il pensare può lasciare la centralità e ricercare nei margini e in ciò che non si conosce.