Inizio e sviluppo dei Disability Studies Italy 2011 e successivi

L’idea di inclusione, pur nelle diverse prospettive e sottolineature, è proposta come un processo in continua costruzione che non si riduce a stati fuori norma o a mancanti da integrare come sintetizza l’espressione «integrazione scolastica degli alunni con disabilità». Essa si rivolge invece a «tutti», assumendo l’epistemologia delle differenze come visione di senso, di modi e di stili delle persone; delle relazioni che evidenzia il gioco e il peso delle interazioni nella tessitura e strutturazione del sociale e dei diversi contesti ed, infine, della disabilitazionie di ostacoli, come prodotti di relazioni che impediscono o rendono difficoltose la partecipazione alla cittadinanza, all’educazione, alla formazione e all’’apprendimento. In questa prospettiva si allargano i campi di analisi con le condizioni del sociale, le politiche del welfare e dei servizi  per la disabilità. Il convegno si orienta, così, alle seguenti aree:

  • il tema dei Disability Studies, (per la prima volta presente in un convegno in Italia) terreno di riflessione sulla disabilità sui diritti, disabilità come costruzione sociale, sui significati che le persone con disabilità attribuiscono alle relazioni e alla propria esperienza;
  • la scuola, dove si confronteranno i temi dell’inclusione nel suo rapporto con i temi dell’esclusione, della qualità scolastica, dell’orientamento e delle diagnosi nel loro intrecci con le culture;
  • l’interrogativo se anche i servizi pensati per la disabilità e le politiche che li ispira possano diventare barriere e ostacoli per la cittadinanza e la partecipazione alla vita sociale e come questo possa essere superato.

Temi certamente non facili, ma necessari soprattutto oggi, per riguadagnare tensione culturale e di prospettiva che mettano in crisi le operazioni del fare e delle prassi  orfane di teorie.  In questa riflessione, oltre a relatori italiani, si sono presentati Len Barton, Michele Moore, Roger Slee, docenti universitari a  Institute on Education,  University of London (UK). Al gruppo di studio e di ricerca nei Disability Studies si aggiunge A.D. Marra che ha svolto una ricerca Post-Dottorato presso la School of Law della University of Leeds e che approfondisce il tema dei Disability Studies nell’Università di Reggio Calabria.

24-26 2011, 2° Convegno Internazionale, La prospettiva inclusiva: ricerca, scuola, formazione e servizi di fronte alla disabilità, Università degli Studi di Bergamo, Facoltà di Scienze della Dormazione. Interventi: Len Barton, Felicity Armstrong, Michele Moor, Roger Slee, Franco Bomprezzi, Federica Baronio, Simona D’Alessio,  Roberto Ferrarini, Walter Fornasa, Marco Lazzari, Angelo Marra, Roberto Medeghini, Lucio Moioli, Angelo Nuzzo, Roberto  Speziale, Giuseppe Vadalà

Sintesi di Roberto Medeghini

Al seguito del Convegno Internazionale del 2011, il gruppo composto dai componenti già presentati si unisce in GRIDS (Gruppo di Ricerca Inclusione e Disability Studies). Con questa caratterizzazione il gruppo approfondisce e amplia gli studi,  affronta ancora Convegni e Congressi italiani e internazionali.

21 marzo 2012– Vadalà G., Medeghini R., D’Alessio S.: “Une analyse critique du procès d’intégration scolaire. IV Colloque International “École et handicap” – Pratiques Inclusives et savoirs scolaires: paradoxes contradictions-perspectives Nancy

Abstract

Cet article vise à offrir une image complète de la situation scolaire italienne en matière de handicap et à chercher à enrichir la réflexion avec des idées pédagogiques pour un changement culturel et organisationnel nécessaire à la lumière des recherches qui ont été produit en Italie pendant ces dernières années.

Nous chercherons à mettre en évidence les différences entre l’approche de l’intégration et ce de l’inclusion.
Ce n’est pas notre intention d’oublier les aspects positifs et les développements de l’expérience de l’intégration scolaire maintenant profondément ancrée dans la culture éducative italienne. Ce qui nous jugeons nécessaire, cependant, est la problématisation du “passage à la fois conceptuel, organisationnel et opérationnel vers manières réductrices et semplificatories qui ont été impliqués dans le processus d’intégration, en réduisant le potentiel de changement de ces dernières années” (Medeghini, 2011, p.95).

L’école doit passer d’une organisation qui se reproduit (Bourdieu, 1970), souvent en se réfugiant derrière positions défensives et réactionnaires, à une organisation qui se transforme dans les différentes organisations de l’apprentissage qui caractérisent chaque sujet faisant partie d’un processus d’éducation et de formation.



11 novembre 2012, D’Alessio, Marra, Medeghini, Vadalà, Valtellina, Gruppo di ricerca GRIDS, Disability Studies in Italy: current developments and challenges. Convegno internazionale, Lancaster  Partecipazione di A.D. Marra.

Abstract

Over the last two decades the emergence of Disability Studies in the US and the UK did not always correspond to the emergence of similar studies in Southern European countries. Such evidence is particularly visible in Italy where it does not exist (at least until today) any Disability Studies publication or academic discipline in line with the works produced by the UPIAS movement in the UK (1976) or the American Society of Disability Studies (1982). With this in mind, the paper will present a critical analysis of the early developments of Disability Studies in Italy with a focus on the historical analysis of the reasons that seem to have hindered the development of this discipline in Italy. The paper will also discuss some of the current debates concerning the different interpretations of disability and their implications for the perpetuation of forms of exclusion in Italy. Despite Italy is celebrated, and rightly so, as one of the fewer countries in the world with progressive anti-discriminatory policies (for example in education and employment sectors), forms of marginalization are still perpetuated due the way in which disability is conceptualised and the way in which society, policies and services are structured. The paper will show the many challenges that need to be addressed in order to support a paradigmatic shift from a deficit model of disability that locates the problem within the person to a social model of disability that supports systemic changes and fights against a dominating disabling culture. Unless a shift in thinking in approaching disability is promoted and structural changes are undertaken, exclusion will still be in place even in those countries with the longest tradition of integration in education and anti-discriminatory legislation.



19-20 gennaio 2012,  Medeghini R., Vadalà G., D’Alessio S. Marra A.D., Valtellina E., I Disability Studies e il panorama integrativo italiano, Convegno annuale del dipartimento di Scienze Sociali Università di Torino, Alterità: rappresentazioni, politiche e pratiche di resistenza

Abstract

Il concetto di integrazione rappresenta oggi lo sfondo culturale dominante delle riflessioni, dei discorsi e delle pratiche «speciali»: questo campo teorico assume come oggetto le persone definite «fuori norma» rivolgendosi alle condizioni «mancanti», ai processi adattivi e al recupero di uno stato di «normalità» attraverso pratiche compensative. Questa cornice è il prodotto di processi di oggettivazione tramite i quali le persone diventano «oggetto» di osservazione e valutazione in base a parametri normativi di una particolare disciplina e cultura: ne sono esempi il «folle», il «sano», il «disabile», l’«emarginato», «il dotato intellettivamente». Tale sfondo non coinvolge solamente l’area della disabilità ma interessa tutte quelle situazioni che, pur nelle specifiche differenze, vengono rappresentate e descritte «distanti» da abilità, cultura dominante, genere. Tale produzione «epistemologica» attinge anche un sapere dallepersone attraverso lo sguardo e l’osservazione dei loro comportamenti, strategie, adattamenti e/o disadattamenti (Foucault, 1963), interpretabili non solo in virtù di una norma disciplinare, ma anche culturale. I saperi disciplinari e culturali così prodotti e il loro grado di egemonia non limitano l’azione all’area di riferimento, ma la estendono, influenzandoli, ai campi delle politiche e della legislazione: ne sono esempio le leggi 517/77 e 104/92 per la disabilità e la legge 170/2010 per gli alunni con dislessia che, nella prospettiva integrativa, si declinano in norme, procedure e pratiche.

A differenza dell’epistemologia integrativa, la prospettiva dei Disability Studies[1], pur partendodallo specifico della disabilità, allarga le sue riflessioni ai diversi campi dell’esclusione e dell’oppressione: l’obiettivo è la critica al costrutto individuale del «fuori norma», della «tragedia personale» e della «forma deficitaria» proposti dal paradigma bio-medico come nel caso della disabilità, concentrando l’analisi sul possibile ruolo disabilitante ed escludente del contesto e delle istituzioni. Per questo i Disability Studies (DS) non assumono l’idea di adattamento/normalizzazione in un insieme di norme e codici comportamentali stabiliti a priori, ma spostanol’attenzione sulle barriere alla partecipazione, alla cittadinanza e all’apprendimento di tutti. A partire dai DS, il presente contributo affronterà il tema della disabilità come esempio paradigmatico, cercando di mettere in evidenza le ragioni che, a nostro avviso, richiedono una problematizzazione del concetto integrativo soprattutto nella sua dimensione di «dispositivo» che in questi anni ha ispirato leggi e politiche nei campi della scuola e del sociale



Già dal 2007 viene attivato il sito milieu.it Rivista di Culture dell’Inclusione (cfr. editoriale di R.Medeghini), proponendo approcci critici al concetto di integrazione, alla categorizzazione e alla definizione deficitaria  della disabilità sulla base dei Disability Studies. Alla rivista  si aggiunge una sezione dedicata ai Disability Studies ad opera di Simona D’Alessio e Giuseppe Vadalà, mantenendo un legame culturale  con gli obiettivi della rivista Milieu. L’intento è di avviare una riflessione italiana relativa ai Disability Studies, ambito di studi che già da tempo caratterizza il panorama scientifico internazionale. Nel 2011 viene pubblicato la prima sezione dedicata ai Disability Studies.

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=4&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwiDuLiq56XkAhUDzhoKHVqnAusQFjADegQIARAC&url=http%3A%2F%2Fgridsitaly.net%2Fwp-content%2Fuploads%2F2011%2F11%2Fmarzo_2011_n1.pdf&usg=AOvVaw1vOzCx1UkwMVYUyx6v_3rs

Dal 2011 al 2013 il gruppo  riflette sulla necessità e possibilità  di raggiungere diverse aree culturali e politiche (associazioni, università, scuola, servizi, sociale…) per evitare l’autoreferenzialità e per confrontarsi con prospettive anche diverse dall’impostazione dei D.S. Da qui le prime pubblicazioni del 2013 della Collana Disability Studies  diretta da Roberto Medeghini pubblicata dal Centro Studi Erickson e la fusione della piattaforma milieu con la sezione dei Disability Studies per una sola rivista, l’ Italian Journal of  Disability Studies  diretta da Simona D’Alessio che viene  pubblicata da Anicia.

https://disabilitystudies.uniroma3.it/?p=1163

http://www.edizionianicia.it/docs/Rivista_Vol1_N1.pdf



9 novembre 2013, Ianes D., e il Gruppo GRIDS, D’Alessio S., Marra A.D., Medeghini R., Vadalà G., Valtellina E., Disability Studies e inclusione: ricadute su scuola e società, 9° Convegno Internazionale Centro Studi Erickson, La qualità dell’integrazione scolastica e sociale, Rimini

Abstract

l workshop, traendo spunto da nuove ricerche nazionali e internazionali sul tema dei Disability Studies (DS), si articolerà attorno ai seguenti interrogativi: che cosa sono i DS e perché sono importanti per la scuola e la società? Quali concettualizzazioni e rappresentazioni della disabilità presenti nella scuola problematizzano? Quali ricadute hanno sull’attuale dibattito educativo e sco- lastico italiano in relazione a temi come l’integrazione, il ruolo dell’insegnante di sostegno, i Bisogni Educativi Speciali, la natura della didattica inclusiva? Come rileggono leggi (ad esempio la 104) e norme sulla disabilità? Il workshop solleciterà un confronto sull’adozione dell’approccio teorico dei DS e di nuove pratiche educative e sociali per spostare l’accento dalle caratteristiche dell’in- dividuo all’analisi delle barriere alla partecipazione sociale e all’apprendimento per le persone con disabilità.



9 novembre 2013, Imperiale M., Fornasa W., Medeghini R., Nuzzo A., Vadalà G., I servizi e la disabilità di fronte alla sfida inclusiva, 9° Convegno Internazionale Centro Studi Erickson, La qualità dell’integrazione scolastica e sociale, Rimini

Abstract

la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità pone il mondo dei Servizi e degli operatori di fronte a un bivio: continuare lungo i consueti binari del modello sanitario o accettare la sfida e rimettersi in gioco, avviando un pro- cesso che interroghi ruoli, modelli di approccio e prassi utilizzati, per rinnovarli in chiave inclusiva. Anffas ha accettato la sfida, avviando una ricerca-azione, supportata dall’Università di Bergamo, che ha coinvolto la rete dei servizi Anffas della lombardia — operatori, familiari, fruitori e volontari — che ha portato alla definizione di specifiche linee Guida per la progettazione e la riorganizzazione dei servizi in chiave inclusiva. Nel workshop sarà presentato il risultato del lavo- ro, reso pubblico grazie alla collaborazione con le Edizioni Centro Studi Erickson: uno strumento teorico, metodologico e progettuale per attivare all’interno dei Servizi pratiche progettuali e educative nella prospettiva inclusiva, orientate ai temi dell’autodeterminazione, della partecipazione e della cittadinanza.



Dal 2015 il Gruppo GRIDS, assieme all’adesione di Fabio Bocci e alla sua collaborazione riguardante soprattutto la formazione degli insegnanti, si attiva il Laboratorio di Ricerca Inclusione Scolastica e Sociale (Dipartimento di Scienze della Formazione, Università di Roma Tre).



2/3 dicembre 2016, Moderatore Maria Villa Allegri,relatoriMedeghini R., Nuzzo A., Vadalà G., La prospettiva inclusiva dei servizi  (Gruppo di Ricerca Inclusione e Disability Studies), Convegno Internazionale Anffas: Disabilità intellettiva e del neurosviluppo diritti umani e qualità della vita, Rimini

Abstract

Il mondo dei servizi per le persone con disabilità rappresenta oggi un contesto di frontiera per la prospettiva inclusiva, che ne interroga il ruolo sociale e ne indaga le radici epistemologhe oltre che le proiezioni progettuali. La prospettiva inclusiva, partendo da un’analisi della natura dei servizi, cerca di situarli nella loro relazione ecologica con il sociale.

Si tratta di un prospettiva che necessita di pratiche che configurino i servizi quali spazi, strumenti e sostegni atti a garantire ad ogni persona e contesto relazionale, opportunità, tempi e spazi di partecipazione alla vita del proprio territorio e ambiente sociale.

Il workshop ha l’obiettivo di riflettere sulla capacità inclusiva dei servizi e dell’educatore, partendo dal contributo teorico ed operativo della ricerca- azione sulla capacità inclusiva dei servizi sostenuta da Anffas Onlus e Anffas Lombardia e dello strumento di autovalutazione ACISD.



30/31 maggio 2017, Bocci F., D’Alessio S., Marra A.D., Medeghini R., Migliarini V., Vadalà G., Valtellina E. (Grids), con Goodley D, Ferri B., Moceri F., Titchkosky, Convegno Internazionale Disability Studies & Inclusive Education. I disability Studies e Disability Studies Italy: confronti, analisi e ricadute sull’inclusione scolastica e sociale. Dipartimento di Scienze della Formazione e Scienze dell’Educazione, Università Roma Tre, Roma

Dalla presentazione di Fabio Bocci del libro “Disability Studies e Inclusione. Per una lettura critica delle politiche e pratiche educative“. Erickson

“… Quello dei Disability Studies, in effetti, è strutturalmente uno sguardo multiprospettico, non solo inter ma anche transdisciplinare. È anche, per molti versi, uno sguardo non allineato, finalizzato non tanto (anzi per nulla) a porsi come collocantesi in una posizione di nicchia e fuori dai giochi (fine di per sé piuttosto sterile) quanto a problematizzare ciò che spesso (troppo spesso) si viene a delineare (e si va a dichiarare sul piano delle culture, delle politiche e delle pratiche sociali quanto scolastiche) come un dato acquisito, consolidato: in altri termini come verità.

Un modo (dei Disability Studies) di porsi dinanzi ai discorsi che, di fatto, delineano le culture, le politiche e le pratiche di cui sopra, con un atteggiamento e un fare restio all’accomodamento ragionevole, all’accettazione passiva, e che trova invece nutrimento nel porsi e nel porre domande, nel dubitare sinceramente, nell’aprire strade inedite che possono condurre a disambiguare ciò che si presenta come scontato o acclarato. Una sorta di disvelamento (aletheia), il quale (ci spiega Heidegger ragionando sul concetto di verità in Platone) è qualcosa di fondamentalmente diverso dalla verità comunemente intesa, ossia come descrizione accurata di uno determinato stato di cose (corrispondenza) o come dichiarazioni (discorsi) che si adattano correttamente a un preciso sistema di riferimento (coerenza). Per il filosofo tedesco è infatti assimilabile a quella luminosità improvvisa (Lichtung)  che un viaggiatore può sperimentare allorquando, durante un cammino in una fitta boscaglia, si trova improvvisamente in una radura, dove può ammirare (anche solo per un breve momento), un paesaggio molto più ampio e suggestivo di quello che aveva visto ed esperito all’ombra della fitta vegetazione. Del resto, la ricerca del disvelamento è connaturata alla ricerca stessa quale pratica della libertà. Come non mancava di evidenziare già negli anni Venti del Novecento Ricardo Ribeiro Botelho (Pesquisa livre), affermando che: la ricerca è il primo motore della libertà, perché porta con sé i fecondi germi del dubbio, si nutre dell’affascinante incertezza della scoperta, scorteccia le melliflue insidie della certezza. La ricerca è il motore del pensiero libertario perché non si genuflette al potere della verità ma l’insidia, perché chi ricerca in piena libertà concepisce la verità come una tensione, come un processo infinito verso l’ideale più alto (che è il bene di tutti gli esseri viventi e di tutte le cose che albergano il mondo e nel mondo) e non come un prodotto finito da conquistare, possedere una volta per sempre. La ricerca è la più straordinaria avversaria del possesso e del potere.

Come è possibile rilevare, nulla a che vedere con una posizione elitaria o di nicchia, per distinguersi, ma come presenza cosciente e coscientizzanteche vuole dialogare attraverso l’esercizio della critica. Non una critica sentenziosa, ma fatta di scintille di immaginazione… foriera di lampi di possibili tempeste(Michel Foucault). Illuminazioni improvvise e lampi. Dal nostro punto di vista ce n’è un gran bisogno in questo tempo troppo convergente su opzioni presentate come contingenti e quindi inderogabili (anche se disumanizzanti, inique e discriminanti) e, se vogliamo essere franchi, spesso anche troppo politically correctquando si tratta di affrontare certitemi, con effetti immunizzanti rispetto al portato trasformativo che talune presenze invece imporrebbero se non fossero via via portate all’assimilazione e alla normalizzazione. Ebbene, dal nostro punto di vista i Disability Studies ha questa propensione all’indocilità ragionata  (ancora Foucault) che porta a voler disvelare certi meccanismi sottostanti ai discorsi e ai dispositivi che governano le politiche e le pratiche attuali. Naturalmente, siamo consapevoli di essere di parte, ossia partigiani. Ma, come ci ha suggerito Gramsci (Odio gli indifferenti), questo fatto è tutt’altro che negativo. Si sposa con il concetto di Isonomia caro ad Hannah Harendt, ossia come diritto (forse di questi tempi anche come dovere), di tutti e di ciascuno, di essere parte attiva nell’attività politica, la quale è per sua natura dialogica”.

Al gruppo si aggiunge Valentina Migliarini arricchendo i temi di ricerca attraverso l’analisi critica dell’efficacia delle di educazione inclusiva nel ridurre le più radicate disuguaglianze nei confronti dei minore richiedenti asilo e rifugiati a livello internazionale con la presenza dell’Italia.

Attualmente il gruppo è composto da Fabio Bocci, Simona D’Alessio, Angelo D. Marra,  Roberto Medeghini, Valentina Migliarini, Giuseppe Vadalà, Enrico Valtellina.



4 maggio 2018, Medeghini R., Valtellina E., Che linguaggio utilizzare quando parliamo di autismo? (Grids) con Caretto F., Cirrincione P.l, Convegno Internazionale Autismi, Benessere e Sostenibilità. Centro Sudi Erickson. Rimini

Abstract

  • Come parlare di autismo? Quale linguaggio, quali parole utilizzare e quali invece non utilizzare e perché?
  • Qual è la produzione teorica attuale sui temi delle problematiche relazionali, i Critical Autism Studies, con particolare riferimento a neurodiversità e identità nel contesto socioculturale?
  • Il linguaggio come problema: il cambio di paradigma anche per l’autismo con i disability studies?


8 marzo 2019, Medeghini R. (Grids), Merlo G., Zorzi S., I servizi tra qualità inclusiva e rischi di segregazione. Convegno Internazionale. Sono Adulto. Centro Studi Erickson. Rimini

Abstract

La prospettiva inclusiva pone domande immediate agli amministratori pubblici quanto agli operatori che determinano le politiche e l’agire dei servizi di welfare.  Qual è, ad esempio, il ruolo dei servizi nella costruzione della rappresentazione sociale della disabilità? In che modo possono orientare, con le loro scelte e indirizzi, l’uso delle risorse economiche e professionali destinate oggi alle politiche in favore delle persone con disabilità? Che posizione assumono verso il rischio di istituzionalizzazione delle persone con disabilità e verso i processi di sanitarizzazione dei servizi?

Come interroga la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità le azioni degli operatori sociali? Quali sono il limite e la competenza specifici delle politiche e dei servizi di welfare per la disabilità? Al governo della rete dei servizi? Alla presa in carico delle persone? Al funzionamento delle comunità che vivono nel territorio? E, soprattutto, quale pensiero può generare la progettazione e l’organizzazione inclusiva da parte delle istituzioni e dei diversi attori sociali?

Se volgiamo uno sguardo ai servizi e agli interventi che sono generalmente previsti in favore delle persone adulte con disabilità intellettiva, risulta ancora spesso evidente un vuoto progettuale in riferimento ai processi di crescita e inclusione. Tutte questioni che rimandano la riflessione al cambiamento culturale del processo politico che incrocia la politicizzazione della medicina e la medicalizzazione della politica sulla base della teoria biomedica del deficit individuale; al superamento della neutralità dei contesti e della delega ai servizi e alle figure specializzate come elementi sostitutivi; al recupero della responsabilità da parte della politica e del sociale verso un reale progetto di vita per le persone.

Nel corso del simposio saranno affrontati questi interrogativi e analizzate le possibili azioni per l’avvio di concrete azioni di cambiamento delle politiche, della tipologia dei servizi e interventi per promuovere concretamente processi di inclusione, autodeterminazione e di empowerment della persona con disabilità.



15 novembre 2019, Bocci F., D’Alessio S., Medeghini R., Migliarini V. (Grids), Dov’è l’inclusione scolastica? Convegno Internazionale. La qualità dell’inclusione scolastica e sociale. Centro Studi Erickson. Rimini

Abstract

In un mondo della scuola contraddistinto da categorizzazioni, da classi in cui ci sono solo alunni stranieri a causa dell’allontanamento delle famiglie italiane, in una realtà in cui aumentano i casi di razzismo, dove si manifesta sempre di più il fenomeno dell’abbandono scolastico, dove non si parla delle scuole speciali e delle classi potenziate e si fanno «selezioni» di studenti in alcuni licei classici, è inevitabile chiedersi: «dov’è l’inclusione scolastica?»

Il workshop ha l’obiettivo comprendere appieno il significato di inclusione, soffermandosi sugli ostacoli che la negano e che definiscono il pensiero esclusivo dell’altro, la sua categorizzazione e la presenza di scuole speciali e classi potenziate. Inoltre, si metteranno in luce i limiti e i passaggi critici delle nuove forme istituzionali di inclusione (ad esempio, il decreto correttivo relativo al Decreto Legislativo 66 del 2017) e dei criteri proposti da Invalsi per l’inclusione. Verranno poi approfondite le pratiche inclusive nei processi educativi, di apprendimento e di socialità a partire dalla scuola dell’infanzia, e proposti indicatori utili per l’autovalutazione dell’inclusione scolastica.



Attualmente il gruppo è composto da Fabio Bocci, Simona D’Alessio, Angelo D. Marra, Roberto Medeghini, Valentina Migliarini, Giuseppe Vadalà, Enrico Valtellina.