Introduzione Critical Disability Studies

Negli anni Novanta inizia il confronto fra il modello sociale e altri paradigmi proposti da Sally French, John Swain, Mairiam Corker e, soprattutto, Tom Shakespeare: l’obiettivo è il superamento della dimensione politica del modello sociale  per riportare gli studi e la ricerca all’esperienza individuale e all’embodied ontology. La critica di Shakespeare, serrata e radicale, critica, quindi, la negazione dell’impairment(menomazione), la dicotomia tra impairmente disabilitye la centralità eccessiva delle barriere come sola strategia per superare la disabilità proposti dal modello sociale inglese.In questi ultimi anni le prospettive ed i temi sulla disabilità si sono ampliati e allo stesso tempo si attutiscono scontri radicali per lasciare spazio al confronto. A questo proposito è utile proporre una parte dell’articolo di Goodley D. et al dal titolo “Provocations for Critical Disability Studies” (2019) pubblicato sulla rivista Disability & Society.

“… Nell’ultimo decennio abbiamo assistito all’ascesa dei Critical Disability Studies (ad esempio, Shildrick 2004, 2007, 2012, Meekosha e Shuttleworth 2009, Goodley 2012, 2014, 2016, Mallett e Runswick-Cole 2014, Liasidou 2014, Vanderkinderen, Roets, e Van Hove 2014; Moeller 2015; Slater 2015; Feely 2016; Flynn 2017; Peers 2017; Rice et al. 2017; Slater, Jones e Procter 2017; Liddiard 2018). Questo campo interdisciplinare si è basato sul lavoro e sulle prospettive fondamentali degli studi sulla disabilità, producendo un corpo di conoscenze contemporanee. Questo non vuol dire che la teoria dei Disability Studies fosse semplice o semplicistica prima della svolta critica.

Critical Disability Studies… sostengono la costruzione delle prospettive fondamentali degli studi sulla disabilità, integrandone nuove e associate a teorie postconvenzionali, post-strutturaliste, postcoloniali, femministe, queer e crip… Ma questo non dovrebbe sminuire, semplificare o ignorare ciò che è successo prima… Si spera che gli studi critici sulla disabilità conservino memorie ontologiche e onorino le origini epistemologiche dei precedenti contributi teorici che hanno attirato l’attenzione sul carattere politico, culturale e sociologico della disabilità…”